Normalmente occorre avere delle buone motivazioni per svolgere attività che richiedono impegno, e anche in questo caso può capitare di avere dei momenti di stanchezza e scoraggiamento. In questo caso, la prima operazione da fare è guardare agli obiettivi che ci siamo dati.

   GLI OBIETTIVI

PRENDERE LE MISURE

Per sostenere la volontà e percepire i passi avanti che stiamo facendo, è molto importante che gli obiettivi che ci poniamo siano raggiungibili, altrimenti

le delusioni potrebbero indurci ad abbandonare l’obiettivo. Non sono utili però

gli obiettivi troppo facili, perché è dimostrato che “spronano” troppo poco.

Quindi il primo passo è “prendere bene le misure” per i nostri obiettivi.

 

SCOMPORRE L'OBIETTIVO

Quando il nostro obiettivo è molto complesso (ad esempio “sapere bene l’inglese”) oppure quando è un obiettivo a lungo termine (ad esempio “voglio diventare medico”) diventa necessario scomporlo in tanti obiettivi a medio e breve termine. Infatti, per sapere se ci stiamo muovendo nella direzione giusta, ci servirà fare

delle verifiche frequenti e misurabili. Solo in questo modo potremo avere

le gratificazioni che ci servono per mantenere alta la motivazione.

 

OBIETTIVI VERIFICABILI

È anche importante formulare l’obiettivo in modo che sia verificabile.

Un obiettivo è verificabile se è possibile rispondere alle seguenti domande:

 

- è chiaro che cosa voglio raggiungere?

- come saprò che avrò raggiunto l’obiettivo?

- entro quale tempo mi propongo di raggiungerlo?

 

Se l’obiettivo è formulato in maniera troppo vaga, bisognerà riformularlo.

Ad esempio non va bene “Voglio essere bravo al computer”. Va molto meglio invece

una formulazione del tipo “Voglio saper utilizzare un programma di scrittura, usare Skype, condividere le mie foto su Facebook entro la fine dell’anno”.

   RICOMPENSE E PUNIZIONI

Qualche volta genitori ed insegnanti, esasperati perché non vedono nessun impegno da parte dei ragazzi, si lasciano tentare dalla strategia che appare più semplice: punire o ricompensare. Per un ragazzo, quindi, entrano in gioco fattori come:

 

- evitare “guai” in famiglia; 

- evitare punizioni a scuola;

- ottenere dei premi per i risultati conseguiti.

 

Anche ammettendo (ma non è affatto verificato) che con il metodo de “il bastone

e la carota” si possano ridurre in parte i comportamenti negativi dei ragazzi,

non si favorisce però la crescita dello studente, che, anzi, potrebbe sentirsi simile

ad un bravo cagnolino che ha imparato come conquistare il cibo che desidera, compiacendo il suo padrone. Inoltre, lo studio finisce per essere vissuto come

una “condanna” a cui ci si deve rassegnare solo per evitare punizioni.

 

A mano a mano che i bambini diventano adolescenti, infatti, diventa necessario

che entrino come fattori motivanti gli aspetti più importanti e validi per ogni essere umano: il desiderio di diventare autonomi, di diventare persone ricche di capacità

e interessanti per gli altri. Inoltre è dimostrato che le strategie del tipo “ricompense e punizioni” rappresentano un aiuto solo su obiettivi a breve termine e su compiti abbastanza meccanici (es. imparare i verbi irregolari inglesi su cui ci sarà la verifica), ma non aiutano quando l’obiettivo è, ad esempio, imparare a scrivere

in un italiano corretto e scorrevole, cosa che richiede impegno a lungo termine, creatività, forte impegno personale.

 

Anche se queste tecniche non ci sembrano utili, questo non significa che i genitori

o gli insegnanti abbiano voglia di tenere i ragazzi legati a un guinzaglio, anzi! Probabilmente è proprio il loro interesse nei confronti del ragazzo, della sua crescita e del suo futuro che li porta a cercare “ogni mezzo” per convincerlo a fare cose

che ritengono fondamentali per una buona crescita. Inoltre, le ricompense qualche volta rappresentano un modo per comunicare ai figli la felicità di vederli riuscire nei loro scopi, magari aiutandoli a realizzare un piccolo sogno.

Diverso, invece, il valore della strategia auto premiale.

   DARSI DEI PREMI

Si tratta dell’antico metodo di premiarsi da soli per gli obiettivi a breve termine che si sono raggiunti. Ognuno sa quale può essere il premio giusto sulla base dei propri gusti, ma è necessario calibrare il premio in rapporto al risultato. Per esempio, se ho tradotto dieci frasi dall’inglese, posso ascoltare 5 minuti di musica; se ho fatto tutti

i compiti per il giorno successivo, posso concedermi un’ora di uscita.

 

"PREMIARE" LE DISTRAZIONI

Potremo ascoltare i pensieri che vengono a distrarci, dopo aver raggiunto un dato obiettivo. Se, ad esempio, continuo a pensare che voglio telefonare al mio amico

per sapere come è andata la partita che ha giocato, mi permetterò di farlo dopo

che avrò terminato i compiti di matematica.

 

GUADAGNARE TEMPO LIBERO

Il principio è semplice: al tempo dedicato allo studio corrisponde la possibilità

di dedicare tempo ad altre attività. Ad esempio possiamo decidere di studiare tutta la settimana per poterci permettere di andare via con un amico nel week-end.

Ad ogni ora di studio ne corrisponderanno due di vacanza con l’amico; per stare

con l’amico 24 ore dovrò studiarne 12 in quella settimana.

 

   L'AUTOEFFICACIA

Indubbiamente la più forte motivazione interna per ciascuno di noi consiste nel desiderio di ottenere dei riconoscimenti da chi ci circonda e nel vedere che siamo capaci di migliorare le nostre prestazioni. In tutti i campi delle nostre attività i nostri progressi ci danno molta soddisfazione. Come possiamo fare per incentivare questo nostri bisogno di autoaffermazione?

 

IMPARARE DAI PROPRI ERRORI

Per non scoraggiarsi è molto utile ricordare che i nostri errori possono servirci

a migliorare, se solo sappiamo “guardarli” con attenzione e soprattutto con il giusto atteggiamento. Occorre perciò riflettere sui feedback che riceviamo a scuola: voti, pareri e commenti dell’insegnante vanno ascoltati con attenzione e capiti. Anche

le opinioni dei compagni possono essere molto utili. Spesso, infatti, il clima che

si crea in classe è molto importante per migliorare le nostre prestazioni. Se ci sarà un buon clima di reciproco sostegno, si potrà imparare tutti più rapidamente.

Per riflettere sui propri errori occorre avere chiaro il tipo di errore compiuto

e la sua causa (distrazione, carenza di studio, non comprensione). Potremo capire

se ci occorre studiare di più, chiedere maggiori chiarimenti, oppure imparare

a concentrarci ecc. Questo ci permetterà di programmare una strategia più efficace di recupero e ridurre gli errori nell’esercitazione successiva.

 

BATTERE IL RECORD

Naturalmente la tappa successiva sarà  il miglioramento progressivo dei voti,

ma anche la riduzione dei tempi necessari per ottenere quei risultati positivi.

Se sei un esperto di videogiochi conosci molto bene la “molla” che muove a superare il risultato della volta precedente: eppure non ci sono premi tangibili che ti spingono ad agire. Prova a calcolare il tempo impiegato per fare i compiti e prepararti alle verifiche scritte e orali e valuta quale strategia ti può essere utile per ridurre i tempi mantenendo o migliorando i risultati. Per qualcuno, ad esempio, la strada vincente

è stata l’isolamento dalle fonti di distrazione per ogni “sessione di studio”; qualcuno non riesce a studiare in camera propria e si trova meglio in un’altra stanza della casa; qualcuno ha bisogno di andare in biblioteca. Sicuramente pc e cellulare

non favoriscono la concentrazione: o sai “dominarli” oppure dovrai starci alla larga per il tempo dello studio. Potrai tornarci quando avrai finito e al quel punto il tuo tempo libero sarà davvero tutto tuo.

 

IL SOGNO NEL CASSETTO

Se hai già un desiderio preciso circa la tua professione futura, allora puoi provare

a guardare con gli occhi della tua professione futura la disciplina che ora stai studiando per vedere quale utilità può avere nel tuo futuro.

Questo va fatto con intelligenza e fantasia. Se, per esempio, vuoi diventare

un musicista, non ti basterà studiare strumento e teoria musicale. Ti servirà anche conoscere le lingue per viaggiare, saperti esprimere in modo adeguato in ogni circostanza, conoscere abitudini e usi degli altri Paesi, calcolare con rapidità costi

e guadagni di una proposta di lavoro,ecc.

 

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RICOMPENSE E PUNZIONI

DARSI DEI PREMI

L'AUTOEFFICACIA

SOSTENERE LA VOLONTÀ

Per approfondire

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